Fare comunicazione, fra incentivi e bisogno di chiarezza.

 

Incentivi fiscali per chi pianifica sui mezzi tradizionali.

Tra le leggi approvate in via definitiva lo scorso maggio, è previsto anche un credito d’imposta del 75% sugli investimenti pubblicitari incrementali.

Cosa significa? Dal 2018 (ma con spese ammissibili già nel secondo semestre del 2017), le imprese che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, il cui valore superi almeno dell’1% gli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi di informazione nell’anno precedente, è attribuito un contributo, sotto forma di credito d’imposta, pari al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati. Ovvero, se un’azienda passerà da un investimento di 100 a uno di 110, gli costerà in realtà 102,5.

Chiaramente, si tratta di un provvedimento teso a contrastare la crisi dell’editoria classica, cosa che ovviamente ha suscitato non poche proteste sul fronte “web”.

Il nostro personale parere è che ogni azienda dovrebbe decidere i propri investimenti nel quadro di una strategia con precisi obiettivi (meglio se concordata con la propria agenzia di comunicazione …) e che il pianificare “tradizionale” o “innovativo” è quindi una conseguenza operativa di quanto si è deciso a monte. Chiaramente, ben vengano gli sgravi fiscali …

Un libro bianco sulla comunicazione online.

È stato da poco presentato alla stampa un “Libro Bianco sulla comunicazione digitale” in cui otto associazioni del settore (Assocom, Fcp, Fedoweb, Fieg, Iab, Netcomm, Unicom e Upa) hanno cercato di dare una concreta risposta alla diffusa richiesta di certezze, chiarezza e fiducia nel mondo digitale. Le otto associazioni (che rappresentano advertiser, agenzie creative e media, concessionarie, publisher, società di ad tech e merchant) hanno prodotto un vademecum utile, una guida solida, una mappa di regole generali destinata a tutta la industry del settore che vuole essere una risposta chiara e disponibile alle evoluzioni tecnologiche e di mercato. Per chi vuole aggiornarsi sul tema, iI Libro Bianco (che tratta di sei argomenti: viewabilitytrasparenza della filiera in particolare del programmatic; user experience; ad fraud e brand safety/brand policy; investimenti pubblicitari) è disponibile sul sito dell’UPA (Utenti Pubblicitari Associati) a questo link:

http://www.upa.it/ita/libri-bianco-sulla-comunicazione-digitale.html

Quindi?

Quindi è sempre utile poter contare sul parere professionale della propria agenzia di comunicazione, la quale è sempre dalla parte del cliente investitore, non solo per proporgli soluzioni e strategie efficaci, ma anche per aiutarlo (appunto) a interpretare con chiarezza le numerose (e inarrestabili) evoluzioni del mondo della comunicazione aziendale. 🙂

 

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